Ludwig

Heart speaks to heart


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L’amore è inutile! (2)

Ricevo da una cara amica e pubblico per condivisione, ringraziando di cuore l'interessata per la disponibilità nel poter pubblicare la sua riflessione.

Ciao carissimo,

ti scrivo per rispondere a quella questione dell'amore inutile...ti ricordi?! non me ne sono scordata...

 

Diciamo che io parto sempre dal presupposto che se tu ami veramente una persona e questa persona è sicura di questo, per lei è già un grandissimo dono che gli fai, è una sicurezza che la rende FELICE.

D'altra parte come puoi non essere felice sapendo che ci sono persone che ti amano così come sei, con i tuoi difetti anche, che farebbero tutto per te, soprattutto nei momenti più difficili?come fai a non esserlo quando ti accorgi che non sei solo, MAI.

 

E' vero che a volte ci sentiamo impotenti e inutili quando succede qualcosa alle persone che amiamo e che vediamo soffrire o semplicemente perchè un qualcosa ci tiene lontano da loro, ma se loro sanno che le ami, sanno anche che ci sei anche se non sei presente fisicamente vicino a loro.

 

Ti faccio un esempio: io non ho mai visto Gesù fisicamente in vita mia, e penso proprio che mai accadrà, ma non mi serve questo per sapere che lui mi ama...e anche quando vorrei tanto che lui ci fosse, lo so che c'è comunque...che c'è sempre stato. E questo mi rende molto felice!!

 

Perciò quando tu AMI una persona FAI TANTO per lei, anche se a volte questo fare non si può tradurre in qualcosa di pratico e visibile.

 

Quindi se vogliamo sono d'accordo con te nel dire che l'amore ama e basta, ma questo basta non è limitativo, perchè secondo me NON C'è NIENTE DI PIU’ GRANDE CHE PUOI FARE!!!!!!!! 

 Martina Di Meo (Ardea – Roma)


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L’olio e le lampade

«Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi…». (Mt 25,1-13)

 

«Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono». (Mt25,8)

Il capitolo 25 di Matteo è un discorso in tre parti che parla del ritorno del Signore negli ultimi tempi (discorso “escatologico”).

Si apre con una parabola ben nota: quella delle vergini sagge e delle vergini stolte.

Tutt’e dieci sono vergini e tutt’e dieci prendono le lampade per aspettare lo sposo che non tarderà: quello che fa la differenza è l’olio che cinque (le sagge) portano con loro, mentre le altre no.

All’arrivo dello sposo la risposta delle sagge sembra davvero poco caritatevole : «No. Che non abbia a mancare per noi e per voi…» (Mt 25,9).

Ma che Vangelo è mai questo?

Per “colpa” delle sagge, le stolte rimarranno fuori dal banchetto nuziale e lo sposo non le riconoscerà.

Happy end (?).

 

Lampada e olio sono immagini molto forti che Gesù utilizza per metterci davanti alla nostra realtà di esseri umani, di figli di Dio, che il Padre riconoscerà come tali.

 

La lampada è la mia vita, la mia esistenza che dà luce fin quando c’è l’olio dell’amore. La differenza sta proprio qui: la mia vita brilla e brillerà quanto più imparerò ad amare nel tempo che il Signore mi concede di vivere su questa terra.

Per questo le vergini sagge non solo non vogliono, ma specialmente NON POSSONO dare l’olio alle stolte.

In altre parole: non posso amare al posto tuo o tu amare al posto mio.

Tocca a me amare, senza guardare agli altri, e non è qualcosa che si può improvvisare all’ultimo momento («mentre quelle andavano a compare l’olio…» Mt 25,10) quando si sente che lo sposo si sta avvicinando.

Ad amare si impara, diceva qualcuno, anche se non basta una vita.

Ma almeno voglio provarci.

 

Ps: la cosa più bella è che lo Sposo non ci chiederà il certificato di battesimo per poter entrare al suo banchetto di nozze, ma guarderà la scia luminosa di amore che avremo lasciato dietro noi, scia che brillerà per l’eternità… (cfr Mt 25,31-46)